Un video di Camilla Topuntoli (08:30) che documenta il progetto Lab Fight-Specific Isola realizzato per la mostra 1:1 STOPOVER al Museum of Contemporary Art Metelkova (+MSUM), Maistrova 3, Ljubljana, in Slovenia.

LAB FIGHT SPECIFIC ISOLA.

17 ottobre 2013 – 12 gennaio 2014.
Curato da Camilla Pin e Bert Theis
con Antonio Brizioli, Tania Bruguera, Angelo Castucci, Edna Gee, Grupo Etcetera, Maddalena Fragnito, out-Office for Urban Transformation, Maria Papadimitriou, Dan Perjovschi, Steve Piccolo, Camilla Pin, Edith Poirier, Christoph Schäfer, Mariette Schiltz, Sašo Sedlaček, Bert Theis, Camilla Topuntoli, Nikola Uzunovski, Daniele Rossi, Wei-Ning Yang e altri.

“L’oggetto rigido, isolato (opera, romanzo, libro) non ha più alcuna utilità. Esso deve essere inserito in un contesto di vive relazioni sociali” Walter Benjamin, The Artist as Producer (1)

Isola Art Center è una piattaforma aperta di sperimentazione per l’arte contemporanea che prende vita nel quartiere Isola – Milano. Confrontandosi da più di un decennio con una situazione urbana incrociata da conflitti e trasformazioni globali, il progetto rimane “no- budget”, precario, ultralocale. Abolendo ogni logica verticale di lavoro, il processo di Isola Art Center coinvolge in modo rizomatico artisti, critici, curatori italiani e internazionali, collettivi di artisti, attivisti, architetti, ricercatori, studenti, gruppi e comitati di abitanti. Il quartiere milanese Isola è da tempo soggetto a processi di gentrificazione, politiche di territorializzazione capitalistica che minano direttamente il carattere sociale del quartiere stesso sempre più privato di spazi plurali e condivisi, minacciano le basi fondamentali del diritto all’urbano. Isola Art Center mette in campo una pratica istituente(2) che mette in atto vie di fuga alla logica neoliberista della speculazione finanziaria, fondiaria e immobiliare lavorando con l’arte come elemento spiazzante di svelamento.

Lab Fight-Specific Isola a Lubljana è un progetto live che si sviluppa a partire dai 13 anni di storia di Isola Art Center per arrivare alla sua pratica attuale, presentata in un formato 1:1. Il laboratorio è strutturato secondo tre componenti: le situazioni, le pubblicazioni e le materializzazioni. Le situazioni che proponiamo sono lavori collettivi dove intervengono artisti e curatori in modo orizzontale. Un laboratorio di produzione serigrafica, alcune pitture murali, momenti di incontro, il volo della nuvola Isola Sun-Cloud prodotta per ricreare un nuovo orizzonte contro la speculazione edilizia all’Isola, ed in fine la presentazione del volume “Fight-Specific Isola” che narra le lotte del quartiere. Le pubblicazioni presenti nello spazio sono, oltre al libro Fight-Specific Isola, alcuni prototipi prodotti da diversi artisti, mentre le materializzazioni sono opere fight-specific create nel contesto del quartiere Isola.

Con il laboratorio al MSUM di Lubljana, Isola Art Center intende condividere le specifiche terminologie ed i concetti sviluppati durante gli anni di lotta, con la convinzione che possano servire come armi in altri conflitti o mobilitazioni urbane. In particolare l’idea di operare in un dirty cube, rifiutando l’abbellimento snaturante dell’edificio occupato, la codificazione di un’arte fight-specific, che sappia trasformarsi a seconda delle necessità locali e la nozione di dispersed center, che permette di considerare il centro d’arte non come spazio fisico, ma come attitudine di mente e corpo.
Con Lab Fight-Specific Isola vogliamo scatenare immaginari di pratiche urbane, suscitare un altro inconscio e il desiderio di altre forme di relazione.

17 Ottobre 2013 – 12 Gennaio 2014
1:1 STOPOVER
Mostra curata da Zdenka Badovinac

Inaugurazione: Giovedì, 17 ottobre, 20.00h
Museum of Contemporary Art Metelkova
 (MSUM)
Ljubljana, Slovenia

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(1)Understanding Brecht, New Left Books, London 1973, p. 87.
(2) Secondo Gerald Raunig la prassi dell’istituire non è un’ azione contro l’istituzione, ma una fuga dall’istituzionalizzazione e dalla strutturazione. Se il termine istituzione suggerisce una qualità statica, si tratta di sostituire la staticità con l’organizzazione di una prassi dinamica di organizzazione. Vedi Instituent Practices, No. 2. Institutional Critique, Constituent Power, and the Persistence of Instituting, gennaio 2007, www.eipcp.net/ transversal.